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09 Aprile 2025

Con il rendiconto finanziario una chiave di accesso al credito

di Alessandro Germani


La centralità del rendiconto finanziario è indubbia nonostante l’abitudine delle imprese verso questo documento sia inferiore rispetto agli altri documenti che compongono il bilancio dell’esercizio, tipicamente lo stato patrimoniale e il conto economico. Ciò è dimostrato anche dai frequenti errori che si riscontrano nella sua redazione, come testimoniato da una ricerca universitaria condotta assieme all’Oic (si veda «Il Sole 24 Ore» del 4 aprile 2025).

Il rendiconto finanziario redatto col metodo indiretto, utilizzato dalla quasi totalità delle imprese oggetto della ricerca, consente di enucleare i flussi afferenti alla liquidità operativa, all’attività di investimento e a quella di finanziamento. In questo modo si seziona la generazione (o l’assorbimento) del flusso di cassa aziendale e si può comprendere dove si collocano i punti di forza o di debolezza. Generalmente, infatti, è opportuno che la dinamica della liquidità operativa sia positiva, attraverso una generazione di cassa data da una gestione economicamente positiva (come differenza fra ricavi e costi) e da un andamento del circolante netto che garantisca determinati incassi rispetto ai ricavi generati. Non basta infatti incrementare il fatturato, ma bisogna anche incassare i crediti.

Ma l’attenzione alla variabile finanziaria, che si riassume nella redazione del rendiconto finanziario, si ricollega a una serie di esigenze di finanza aziendale. Vediamo in particolare tre aspetti.

In prima battuta occorre passare da una logica di tipo storico a una di tipo prospettico. In un sano rapporto banca- impresa è fondamentale che l’impresa sia in grado di anticipare le proprie dinamiche dei flussi di cassa e le esigenze di finanziamento.

Per questo motivo occorre costruire un documento prospettico, in modo tale che il soggetto finanziatore possa comprendere quando si genereranno le necessità dell’impresa. D’altro canto, un’impresa che ben governa le dinamiche di controllo di gestione e di pianificazione finanziaria potrà godere di una differente valutazione da parte della banca, rispetto all’azienda che non dispone di tali strumenti, dunque meno affidabile. Occorre poi considerare che il metodo di valutazione d’azienda del Dcf (discounted cash flow) si basa sulla costruzione dei flussi di cassa prospettici nell’orizzonte temporale esplicito (generalmente tre o cinque anni), il che presuppone la capacità di costruire degli affidabili flussi di cassa prospettici.

In secondo luogo, la dinamica del rendiconto finanziario si ricollega a un indicatore, il Dscr (debt service coverage ratio), che oggi risulta cruciale Al di là, infatti, della sua centralità nell’ambito della crisi di impresa, questo indicatore è fondamentale anche nelle situazioni fisiologiche, perché è ciò a cui guardano sia la banca sia altri finanziatori (ad esempio fondi di private equity) che dovessero intervenire nell’azienda con un’operazione di Lbo (leveraged buy out).

Infatti il Dscr misura il rapporto fra il cash flow operativo al netto delle tasse rispetto al cash flow al servizio del debito (necessario a pagare gli interessi passivi e a rimborsare la quota capitale del prestito contratto). Deve essere necessariamente superiore a 1, tendenzialmente con un valore minimo compreso fra 1,20 e 1,30, perché il finanziatore possa decidere di accordare le somme all’impresa.

Risulta infine legato alla dinamica del rendiconto anche il concetto di cash conversion dell’Ebitda, ovvero quanto di questo indicatore (Ebitda) si tramuta poi in flusso di cassa. Ciò dipende chiaramente da come intervengono le varie fasi della liquidità aziendale. Infatti, a livello di liquidità operativa sarà fondamentale che il circolante non determini un assorbimento eccessivo, o comunque che lo faccia solo per un certo lasso temporale (che andrà fronteggiato finanziando l’esigenza temporanea). Dopodiché è cruciale comprendere se il business richiede delle Capex, ovvero degli investimenti che come tali bruciano il flusso di cassa. Perché non è infrequente partire da un Ebitda positivo che tuttavia alla fine non si converte in cassa, in quanto assorbito dalla dinamica del circolante e/o dagli investimenti. Questi aspetti sono particolarmente osservati da un fondo di private equity che decida di intervenire nel capitale dell’impresa.

Per tutti i motivi analizzati, quindi, appare chiaro come il rendiconto finanziario rappresenti un documento contabile la cui importanza travalica i meri aspetti contabili. Perché diventa il documento principe per tutte le valutazioni che i soggetti finanziatori (banca, private equity, private debt) dovranno effettuare per decidere un eventuale intervento nell’azienda.

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