07 Febbraio 2018
Non solo bonus fiscali per convincere gli investitori
Il tessuto produttivo italiano è storicamente composto da Pmi, che hanno sempre evidenziato due grossi limiti finanziari: la cronica sottocapitalizzazione data da un massiccio ricorso al debito e l'eccessiva dipendenza dal canale bancario. Questa tendenza è stata spesso spiegata anche con il regime di favore riconosciuto al debito nei confronti dell'equity, per via della deducibilità fiscale degli interessi passivi rispetto ai dividendi. In passato, quindi, si è cercato spesso di mettere le Pmi nelle condizioni di accedere al mercato di borsa. In questo senso si ricorda l'istituzione del ristretto a fine anni 70 o l'esperienza (fallita) del Metim nel 1994.
La svolta del 2012
Ma il tentativo di trasformare il sistema finanziario nazionale verso un paradigma di mercato ha mosso i primi decisi passi soltanto dal 2012, quando i governi che si sono susseguiti con una serie di decreti di finanza per la crescita hanno creato le condizioni per lo sviluppo di strumenti di debito alternativi, quali i minibond, le obbligazioni subordinate partecipative, le cambiali finanziarie.
Il debutto dei pir
Un ulteriore decisivo impulso si è avuto con l'introduzione, da un anno a questa parte, dei Pir, la cui scommessa è stata vinta anche grazie al fatto che ci si è rivolti - con una massiccia defiscalizzazione - al pubblico dei risparmiatori. La legge di Bilancio 2018, poi, ne ha ampliato la portata con l'ingresso delle immobiliari fra gli emittenti, si è disciplinato il peer to peer lending, è stato introdotto un incentivo alla quotazione delle Pmi. Quest'ultimo si lega anche al recente sviluppo delle Spac, che costituiscono un nuovo modo di fare private equity.
Il ruolo del fisco
Il fisco in tutto questo ha fatto decisamente la sua parte, rimuovendo ostacoli del passato o prevedendo importanti forme di incentivazione. Ma tutto questo sforzo, quanto mai necessario ed encomiabile, non sarà sufficiente se le imprese non faranno uno sforzo in termini di disclosure, di informativa societaria, di sistemi di controllo di gestione, elementi tutti imprescindibili per convincere all'investimento i nuovi interlocutori.Deve in ogni caso essere anche chiaro che gli strumenti finanziari alternativi coesistono e affiancano la banca, che resta sempre il primo partner a supporto dell'impresa.
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